La Cecità Corticale: un Problema Diffuso


La cecità corticale è un problema che può affliggere chiunque di noi. Si tratta di una totale o parziale perdita della vista causata da un danno nella corteccia occipitale del cervello, anche se, all’apparenza, l’occhio sembra normale. Nella maggior parte dei casi non è una condizione permanente: tuttavia, è bene essere informati su tale condizione, al fine di affrontarla e superarla al meglio.

 

Cause e Sintomi della Cecità Corticale

La causa più comune della cecità corticale è un’ischemia, ovvero una deprivazione di ossigeno , ai lobi occipitali causata dal blocco di una o entrambe le arteria posteriori del cervello. Tuttavia, esistono molte altre ragioni che portano a una condizione di cecità corticale, quali:

  • Una lesione bilaterale della corteccia visiva primaria;
  • Effetti collaterali di farmaci anti epilessia;
  • Infezioni;
  • Un trauma cranico che intacca il lobo occipitale del cervello;
  • Anomalie congenite al lobo occipitale;
  • Eclampsia;
  • Meningite;

I sintomi possono essere diversi, per la maggior parte concentrati nell’area visiva: completa o parziale cecità (sensazione visiva e di visione); mantenimento delle abilità di percepire luce e movimento, ma non oggetti statici; mancanza di fissazione visiva; negazione dei perdita della vista, o anosognosia (sindrome di Anton-Babinski); allucinazioni visive e degenerazione maculare.

 

La Prognosi della Cecità Corticale

Sebbene sia una condizione particolarmente grave, la cecità corticale non è sempre permanente: dipende largamente dalla causa originaria della cecità. Per esempio, pazienti con lesioni bilaterali alla corteccia occipitale hanno molte meno probabilità di recuperare totalmente la vista rispetto a pazienti che soffrono di cecità corticale dovuta ad ischemia o eclampsia. Nei pazienti meno gravi, il recupero della vista avviene spontaneamente entro la prima settimana dalla comparsa dei sintomi, secondo un ordine tipico:

  1. Si cominciano a distinguere stimoli luminosi puntiformi;
  2. Viene recuperata la sensazione di movimento;
  3. Gradualmente si ricominciano a percepire i contorni degli oggetti e per ultimo i colori.

Tuttavia, è bene sapere che il grado di recupero varia da paziente a paziente: per i casi più gravi, il disturbo non migliora nemmeno a distanza di anni.

Esistono terapie di supporto che possono agevolare un ritorno spontaneo della vista, che, fino ad ora, hanno ottenuto risultati molto promettenti: una sorta di terapia di “riapprendimento” che porta il paziente ad avere una consapevolezza sempre maggiore dell’ambiente visivo intorno a lui.